CREA RELAZIONI BASATE SU STIMA, FIDUCIA E RISPETTO RECIPROCO
Circondati di un gruppo che ricerca il tuo miglioramento

Fra le caratteristiche che rendono unico il Kempo Dankan, vi è senz’altro la metodologia di insegnamento che prevede che l’atleta più esperto si dedichi al meno esperto creando così una “trasmissione a catena” che fa nascere amicizie e consolida relazioni che non di rado evolvono positivamente anche al di fuori del luogo di allenamento.
Nel contesto del Kempo Dankan, l’apprendimento avviene quindi secondo una dinamica a catena, in cui non solo il Maestro ma anche gli atleti più esperti svolgono un ruolo attivo nell’insegnamento dei praticanti meno esperti. Questo approccio, oltre a rafforzare la trasmissione tecnica, ha profondi risvolti pedagogici, sociali e motivazionali.
Questa metodologia facilita i rapporti umani, portando ad una maggiore conoscenza dei propri compagni, fa nascere e crescere sincere amicizie e sviluppa spontaneamente una responsabilità individuale all’interno del gruppo e la collaborazione reciproca tra tutti gli atleti. Questa costruzione di uno “Spirito di Scuola” è percepibile già semplicemente assistendo ad una normale lezione di palestra.
Dal punto di vista dell’apprendimento, insegnare ad altri rafforza e chiarisce la propria comprensione. L’atto di spiegare richiede infatti una riorganizzazione mentale dei contenuti, favorendo una metacognizione, ovvero la consapevolezza dei propri processi cognitivi. In questo modo, l’insegnante-allievo non solo consolida le competenze tecniche, ma sviluppa anche la capacità di strutturare, sintetizzare e comunicare concetti complessi in modo efficace. L’insegnamento diventa così un potente strumento di auto-apprendimento.
Il modello a catena promuove relazioni interpersonali fondate sulla collaborazione, fiducia e responsabilità reciproca. L’allievo più esperto non assume un ruolo gerarchico, ma si pone come mentore, creando un ambiente inclusivo e partecipativo. Questo favorisce un senso di appartenenza al gruppo, potenzia la coesione sociale e facilita un apprendimento che avviene non solo per imitazione, ma anche per dialogo e scambio. Il gruppo diventa così una vera e propria comunità educante.
Dal punto di vista motivazionale, questo modello valorizza ogni atleta, riconoscendogli un ruolo attivo nel processo educativo. Sentirsi utile e in grado di aiutare altri sviluppa un forte senso di auto-efficacia e autostima, incrementa la motivazione intrinseca e rinforza la propria identità all’interno della Disciplina. Inoltre, i praticanti più giovani si sentono incoraggiati da un ambiente in cui l’apprendimento è condiviso, non competitivo, e fondato sul sostegno reciproco.
In sintesi, l’insegnamento a catena nel Kempo Dankan non è solo una modalità efficace per trasmettere abilità tecniche, ma un potente strumento educativo capace di sviluppare competenze comunicative, relazionali e riflessive in chi insegna e in chi impara, contribuendo alla formazione dell’individuo nella sua interezza.
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Questo valore educativo del Kempo Dankan è stato riconosciuto anche in ambito scolastico. Per questo motivo è stato introdotto in vari Istituti (Scuola Media Statale “Giovanni XXIII” di Adelfia, Scuola Media Statale “F.De Sanctis” di Bari, Liceo Statale “D.Cirillo”) e utilizzato persino come progetto di recupero di minori a rischio, devianza e dispersione scolastica nell’ambito del progetto “Scuole aperte”.
La pratica del Kempo Dankan si svolge in un ambiente sano, dinamico e costruttivo in cui le relazioni si basano su rispetto, fiducia e reciproca collaborazione.
Durante l’allenamento non sarai mai solo: un Istruttore o un Maestro qualificato ti sarà sempre accanto per guidarti nell’apprendimento delle tecniche e ognuno, in base alla propria esperienza, contribuirà alla crescita dell’altro. Quando un praticante esperto spiega una tecnica a chi è meno esperto, non sta solo aiutando l’altro: sta anche rafforzando la propria conoscenza. Insegnare obbliga a essere più chiari, più precisi, più consapevoli. E spesso, spiegando, si capisce meglio anche ciò che si pensava di sapere. È un processo in cui chi insegna continua a imparare. Si crea così un clima di collaborazione: chi sa di più si mette al servizio dell’altro e chi apprende si sente accompagnato, non giudicato. È un modo per costruire fiducia reciproca, rispetto e senso di appartenenza. Non si cresce da soli, ma insieme agli altri.
Inoltre, spiegare una tecnica non è solo un esercizio fisico: è anche un ottimo allenamento mentale. Serve attenzione, capacità di ascolto, chiarezza nel parlare, empatia. In questo modo l’atleta sviluppa competenze comunicative e impara a entrare in relazione con persone diverse, con linguaggi e tempi diversi. Essere chiamati a insegnare, anche solo un piccolo gesto o una sequenza di movimenti, fa sentire valorizzati. Si rafforza la fiducia in sé stessi, si prova soddisfazione nel vedere l’altro migliorare anche grazie al proprio contributo. È un’esperienza che motiva e fa crescere il senso di responsabilità verso il gruppo.
Nel Kempo Dankan, ogni lezione è quindi un’occasione per imparare e per insegnare. Questo modello educativo ci ricorda che non esistono ruoli fissi, ma persone in cammino, che si aiutano a vicenda, sempre sotto la costante, scrupolosa e attenta supervisione di un MAESTRO!
È così che si forma non solo un bravo atleta, ma anche un individuo più consapevole, attento e partecipe. La pratica costante ti aiuterà a sviluppare calma e lucidità mentale, autocontrollo e fiducia in te stesso che potrai usare come risorse preziose per affrontare al meglio le tue giornate e per migliorare la tua vita. Questo è il vero fine del Kempo Dankan.