UNIRE LA CULTURA OCCIDENTALE CON QUELLA ORIENTALE
Studio del pensiero Confuciano, Buddista, Taoista, Zen e della filosofia Yoga

Nel Kempo Dankan, oltre all’ampio bagaglio ginnico-marziale, sorprende la presenza dell’aspetto teorico! Esso accompagna e completa tutti gli altri aspetti divenendo sempre più interessante e approfondito con l’avanzare del grado di esperienza dell’atleta. Ciò non dovrebbe stupire perché il legame tra le Arti Marziali e la Medicina Cinese è stato sempre molto stretto in quanto permette di migliorare lo stato di salute psico-fisica dell’individuo.
Il Kempo Dankan prevede, in sintonia con le sue reali origini, lo studio di quei pensieri filosofici della cultura orientale che hanno influenzato le Arti marziali come il Taoismo, il Buddismo e Confucianesimo.
Queste filosofie influenzano profondamente la pratica del Kempo Dankan. Confucio, per esempio, diede origine al concetto di “Scuola“, introducendo l’Etica e la Disciplina. La Scuola e il Dojo (luogo di allenamento) divenneno quasi un luogo “sacro” dove si apprendeva cultura e tradizione marziale dal Maestro. Devozione, rispetto e lealtà erano e sono i valori trasmessi e osservati: aspetti, questi, che sono vivi tutt’ora e che rendono unico e originale il Kempo Dankan!
Lao Tsu, Padre del Taoismo, tracciò la via per vivere a lungo e in buona salute: eseguire esercizi ginnici che rafforzassero il fisico, praticare meditazione per nutrire e calmare lo spirito e seguire una vita semplice senza eccessi. Sorprende la considerazione che oggi giorno, come allora, le raccomandazioni in ambito medico per una vita sana o la prevenzione delle malattie prevedano le medesime accortezze!
Il Buddismo e il pensiero Zen, sviluppato dopo la morte del Buddha, ha influenzato notevolmente il mondo di tutte le Arti Marziali sottolineando la figura del Maestro e il suo ruolo chiave di guida per la crescita personale dell’allievo e la riscoperta di se stesso scevro da condizionamenti esterni e interni.
Il Kempo Dankan in maniera del tutto originale prevede anche, con il maturare della pratica, lo studio dello Yoga con l’obiettivo di migliorare l’ascolto del proprio corpo, il controllo del respiro, l’equilibrio, la concentrazione e l’armonia interiore.
Lo Yoga lavora profondamente sull’allungamento muscolare e sulla mobilità delle articolazioni. Questo migliora la fluidità dei movimenti marziali, riduce il rischio di infortuni, favorisce una maggiore ampiezza nei gesti tecnici (calci, schivate, torsioni, ecc.). Molte posizioni Yoga rafforzano i muscoli profondi (core, schiena, gambe) migliorando l’equilibrio, la stabilità e la postura, tutti elementi essenziali nelle Arti Marziali.
Inoltre l’allenamento della respirazione Pranayama:
• migliora la resistenza fisica, la gestione dello sforzo, la capacità di recupero dopo un esercizio intenso;
• sviluppa la capacità di rimanere attenti, centrati e nel momento presente.
Questo è cruciale in un’Arte Marziale, dove percepire il minimo segnale dell’avversario può fare la differenza. La mente diventa più stabile, meno dispersiva. Attraverso la respirazione e la meditazione lo Yoga aiuta a regolare le emozioni intense (ansia da prestazione, rabbia, frustrazione), mantenere la calma nei momenti di tensione, affrontare con lucidità sia il combattimento che la vita quotidiana.
Il Kempo Dankan risulta così essere un percorso integrale attraverso l’unione di un’Arte Marziale e lo Yoga che mira non solo al miglioramento tecnico, ma anche alla formazione completa della persona: forte, centrata, rispettosa e consapevole. In questo modo, ogni lezione diventa un’opportunità per crescere non solo come atleti, ma come individui.
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Come avrai capito, il Kempo Dankan è una Disciplina che ti sorprenderà per la tradizione antica da cui parte e le applicazioni moderne che essa comporta. Esso è apolitico e aconfessionale: vale a dire non ha né scopi politici né religiosi ma la conoscenza di quei principi filosofici è finalizzata a comprendere meglio quel che si fa sul luogo di allenamento, ad acquisirne una maggiore consapevolezza e quindi a migliorare il proprio comportamento e la capacità di relazionarsi con sé stessi, con gli altri e l’ambiente che ci circonda. Lo studio dell’arte del combattimento non addestra a distruggere l’avversario perchè questi non è il nemico da abbattere ma il mezzo per temprarci davanti alle difficoltà che esso rappresenta. I veri nemici da sconfiggere sono le nostre paure e i nostri limiti, il premio non è la coppa o il sentirsi “il migliore”, ma la capacità di tirar fuori tutte le proprie potenzialità in pieno controllo e consapevolezza, nel rispetto di sé e del prossimo e di saperle usare in ogni piccola o grande sfida che il quotidiano ci propone, come nello studio, nel lavoro, nelle relazioni interpersonali!
Solo per darti un’idea: la capacità di ascoltare, l’intelligenza emotiva, il saper creare connessioni, l’empatia, la capacità organizzativa, il saper pensare e decidere in prospettiva, l’affidabilità, l’abilità a lavorare in team, l’opportuna gestione del tempo (time management), il saper dare fiducia e l’adattabilità alle diverse situazioni che incontrerai nel tuo percorso sono tutte “skill” che il Kempo Dankan ti permetterà di affinare ulteriormente acquisendo, al contempo, una maggior confidenza con quelle rimaste ad un livello più nascosto e “potenziale”.
Come avrai inteso, quindi, il Kempo Dankan, non si può definire un semplice “sport” o Disciplina Marziale, ma più un’Arte Marziale: l’uso del termine ARTE non è casuale, indica qualcosa di creativo, personale, profondo, che coinvolge mente, corpo e spirito.
Come in ogni forma di Arte, che sia musica, pittura o danza, anche nell’Arte Marziale c’è un processo di espressione individuale. Non si tratta solo di “eseguire” dei movimenti, ma di interiorizzarli, comprenderli, trasformarli, fino a renderli parte del proprio modo di essere. Ogni praticante, nel tempo, sviluppa il proprio stile, il proprio modo di muoversi, di affrontare un confronto, di relazionarsi con l’altro. Proprio come un artista che impara la tecnica e poi la fa propria, anche il Kempoka trasforma la Disciplina in espressione di sé.
“ARTE” significa anche ricerca continua, come accade per uno scultore o un musicista. Nelle Arti Marziali si coltivano disciplina, pazienza, sensibilità e precisione: qualità che vanno oltre il gesto tecnico e si riflettono in ogni ambito della vita. Non si finisce mai di imparare, perché ogni gesto è perfezionabile, ogni momento è occasione per crescere. Una vera Arte Marziale non è distruttiva, ma costruisce: insegna a conoscere sé stessi, a rispettare gli altri, a cercare l’equilibrio tra forza e controllo, tra intenzione e ascolto.
Chiamarla ARTE non è una formula poetica, ma un riconoscimento profondo: l’Arte Marziale è una via di espressione, evoluzione e trasformazione. È un cammino in cui la tecnica si fonde con l’interiorità e il combattimento diventa una forma di conoscenza e di crescita umana.